Il delitto di Avetrana è stato un caso di cronaca nera molto discusso in Italia. È avvenuto il 18 novembre 2001 a Avetrana, un piccolo comune in provincia di Taranto, nel sud Italia.
Le vittime del delitto sono state due bambine, Sarah Scazzi di 15 anni e sua cugina Melissa Bassi di 16 anni. Le ragazzine erano scomparse dopo una giornata di scuola e le ricerche per ritrovarle hanno coinvolto l'intera comunità.
L'indagine, che ha destato grande interesse mediatico, ha svelato che le due ragazze erano state uccise nel garage di una casa di famiglia, appartenente a Sabrina Misseri, cugina di Sarah e Melissa. Sabrina è stata arrestata insieme a sua madre, Cosima Serrano, madre di Sarah, in quanto ritenute le responsabili del delitto.
Le indagini hanno rivelato che il movente del delitto era una gelosia morbosa provata da Sabrina nei confronti di Sarah. Secondo la versione fornita dalle indagate, Sabrina avrebbe ucciso le ragazze accidentalmente dopo una violenta lite. Avrebbe poi coinvolto sua madre nella scena del crimine per cercare di dissimulare l'omicidio.
Il processo è iniziato nel 2011 e si è concluso con la condanna di Sabrina Misseri a 25 anni di reclusione e di Cosima Serrano a 30 anni. Nel corso del processo sono stati resi pubblici dettagli agghiaccianti sul modo in cui le ragazze sono state assassinate, suscitando sconcerto e indignazione nell'opinione pubblica.
Il delitto di Avetrana ha avuto un forte impatto sulla società italiana, sollevando discussioni sulle dinamiche familiari e sulla violenza domestica. Inoltre, ha messo in luce l'importanza delle indagini e del lavoro della magistratura per dare giustizia alle vittime di crimini così gravi.
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